Archivi del mese: luglio 2006

I refusnik del cinema israeliano

I refusnik del cinema israeliano * * * Lettera inviata da 40 registi israeliani ai loro colleghi libanesi e palestinesi in occasione della «Biennale du cinema arabe», in corso a Parigi.

Salutiamo i cineasti arabi riuniti a Parigi per la Biennale del cinema arabo. Attraverso di voi, desideriamo inviare unmessaggio di vicinanza e solidarietà ai nostri colleghi libanesi e palestinesi che attualmente sono assediati e bombardati dall’esercito del nostro paese. Ci opponiamo fermamente alla crudele brutalità della politica israeliana, che ha toccato un nuovo apice nelle ultime settimane. Niente può giustificare la perdurante occupazione, la chiusura e l’oppressione della Palestina. Niente giustifica il bombardamento di civili e la distruzione di infrastrutture in Libano e a Gaza. Permetteteci di dirvi quanto i vostri film, che cerchiamo di vedere e di far circolare tra noi, siano estremamente importanti ai nostri occhi. Ci consentono di conoscervi e comprendervi meglio. Grazie a questi film, gli uomini, le donne, i bambini che soffrono a Gaza, Beirut e ovunque le nostre truppe esercitino la loro violenza, hanno dei nomi e dei volti. Vorremmo ringraziarvi e incoraggiarvi a proseguire il lavoro, nonostante le difficoltà. Da parte nostra continueremo ad esprimere a voce alta, attraverso i film e le azioni personali di ognuno di noi, la nostra veemente opposizione all’occupazione, e continueremo ad esprimere il nostro desiderio di libertà, giustizia e uguaglianza per tutti i popoli della regione.

Nurith Aviv / Ilil Alexander / Adi Arbel / Yael Bartana / Philippe Bellaiche / Simone Bitton / Michale Boganim / Amit Breuer / Shai Carmeli-Pollack / Sami S. Chetrit / Danae Elon / Anat Even / Jack Faber / Avner Fainguelernt / Ari Folman / Gali Gold / BZ Goldberg / Sharon Hamou / Amir Harel / Avraham Heffner / Rachel Leah Jones / Dalia Karpel / Avi Kleinberger / Elonor Kowarsky / Edna Kowarsky / Philippa Kowarsky / Ram Loevi / Avi Mograbi / Jud Neeman / David Ofek / Iris Rubin / Abraham Segal / Nurith Shareth / Julie Shlez / Eyal Sivan / Yael Shavit / Eran Torbiner / Osnat Trabelsi / Daniel Waxman / Keren Yedaya

se questa foto non basta, date uno sguardo anche a questo articolo con relative foto.

Allucinante!!!

Israeli crimes against humanity: Gruesome images of charred and mutilated bodies following Israeli air strikes

Commentary by Michel Chossudovsky


Not In My Name

 
Chi scegliera’ la guerra lo farà "not in my name", non a nome mio!
Neanche un centesino per questa sporca guerra imperialista!
 
 
LETTERA APPELLO AI PARLAMENTARI DELL’UNIONE: VIA DALL’AFGHANISTAN
 
Vorremmo, se ci consentite, dire la nostra sulla questione Afghanistan. La pace è spesso stata considerata un valore, quindi un fine, un qualcosa da raggiungere, e per cui qualsiasi mezzo è consentito. Per questo motivo esiste, nel campo militare, il motto "si vis pacem para bellum", ossia "se vuoi la pace prepara la guerra", considerando la guerra come deterrente e quindi come mezzo per raggiungere una pace. Per Gandhi e per tutti i veri pacifisti, tra cui ci sono anche io, la pace è un principio, ossia un metodo di vita, un modo di essere che naturalmente porta alla pace. Quindi vale il principio "si vis pacem, para pacem", se vuoi la pace prepara la pace. Si dice anche che si è in guerra non solo quando la guerra è in atto, ma anche quando la guerra è in potenza, ossia quando si lavora per prepararsi alla guerra. Per questo motivo noi viviamo in uno stato di perenne guerra, in quanto determinate ed istituzionalizzate parti dei nostri popoli sono addestrate per andare in guerra.Ponendo dette premesse e per sintetizzare, posto come dovuto ed indiscutibile il ritiro delle nostre truppe dall’Iraq, teatro di guerra che non ci appartiene, oggi si discute se bisogna continuare a permanere in Afghanistan. Si giustifica tale presenza come necessaria ponendo la questione che gli afghani hanno bisogno del nostro aiuto non militarmente ma civilmente. Ma questo non comporta assolutamente la presenza dell’esercito in Afghanistan. Come dice Gino Strada, se gli afghani hanno bisogno di ospedali, perché mandargli carri armati? Allora, invece di mandare militari, mandiamo personale civile, medico, infermieristico, strutture mediche, esperti politici o quant’altro, ma non militari in armi. A questo punto sentiamo il dovere morale e il diritto civile di chiedere a chi abbiamo eletto a rappresentarci al Parlamento e che è pacifista per principio, di non votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan, ma a porre le basi per un finanziamento o un sostegno a quelle missioni civili già presenti, come appunto quella di Emergency. Diversamente potrebbero venire meno le motivazioni di fondo che ci spingono a sostenere l’attuale governo.
 
 
IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE
 
1)Ettore Lomaglio Silvestri
2)Norma Bertullacelli
3) Massimo Dalla Giovanna
4) Comitato per la pace "Rachel Corrie"
5) Social Forum Valpolcevera
6) Maria Teresa Morresi
7) Associazione culturale Sconfiggiamo la mafia
8) Piero Cannistraci
9) Serena Pisano
10) Associazione Regionale Lazio per la lotta contro le illegalità e le
mafie "Antonino Caponnetto"
11) Elena ROMA CIRCOLO L. CIMINELLI P.R.C. Amendolara
12) Ivano Dalla Giovanna – Genova
13) Fabio Eboli
14) Albino Garuti
15) Fabrizio Fiorilli
16) Andrea Manganaro
17) Matteo Lotario (?)
18) Sergio Ruggirei
19) Rossana Montecchiani
20) Giacomo Alessandrini
21) Stefania Volonghi
22) Roberto Stoppini
23) Francesca Piemonte
24) Roberto Barison
25) Vincenzo Caldarola
26) Antonia Valeria (?)
27) Alfonso Navarra – Lega per il disarmo unilaterale
28) Marco (?)
29) Silvia Nerini
30) Paolo Ivaldi
31) Lucia Altemura
32) Clara F. (?)
33) Tiziana Leoni
34) Rita Filippo
35) Martina Zampieri
36) Gennaro Variale
37) Luca Galvani
38) Simona Pinna
39) Claudia Di Tommaso
40) Giovanni Intini
41) Franco Fuselli
42) Marina Criscuoli
43) Carla Dalla Pozza
44) Marisa Cesarano
45) Giorgia (?)
46) Doriana Goracci
47) Ezio Scavazzini
48) Caterina Morgantini
49) Vincenzo Carnazzo
50) Antonietta Ermacora
51) Dante Bedini – Treviso
52) Agnese Ginocchio – cantautrice per la pace
 
IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE
 
Per sottoscrivere la petizione:
 
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Appello pubblicato su:
 

Do you remember Carlo Giuliani?

Carlo Giuliani
… 5 years ago


"Molti, dunque, sanno già benissimo
come sarà il morto di Genova. Si prevede
la faccia, la pettinatura, l’abbigliamento,
il curriculum. Tutti conoscono già – e si ripetono –
l’età, i precedenti, le frasi, le canzoni,
le predilezioni, gli affetti, gli effetti,
e su che ritmo stava ballando in quel momento"
(Dal "rap" di Alberto Arbasino intitolato "Un morto a Genova", giugno 2001)

da http://www.wumingfoundation.com/

si avvicina il quinto anniversario dell’assassinio di Carlo Giuliani, nonché dei pestaggi, delle torture, dei fermi illegali al G8 di Genova. Il quinto anniversario di Bolzaneto.
La sfiga di morire d’estate è che l’anniversario cade in piena aria di smobilitazione, con la gente al mare etc. Stavolta, poi, siam pure campioni del mondo… Poo po po po po poo po….
Non che morire d’inverno garantisca chissà che… Piazza Fontana è un 12 dicembre (sei mesi e sei giorni prima di Italia-Germania 4-3!).
(segue in ……..)

FESTA PER NON DimentiCARLO: – Nutrito ed interessante programma organizzato da http://www.piazzacarlogiuliani.org

PROGRAMMA 19-22 LUGLIO 2006
RICOMINCIAMO DA GENOVA

Francesco Guccini
Ritratti (2004)
Piazza Alimonda

Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare
respiro al largo, verso l’orizzonte.
Genova, repubblicana di cuore, vento di sale,
d’anima forte.
Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi,
parole antiche e nuove sparate a colpi come da archibugi.
Genova, quella giornata di luglio, d’un caldo torrido
d’Africa nera.
Sfera di sole a piombo, rombo di gente, tesa atmosfera.
Nera o blu l’uniforme, precisi gli ordini, sudore e rabbia;
facce e scudi da Opliti, l’odio di dentro come una scabbia.
Ma poco più lontano, un pensionato ed un vecchio cane
guardavano un aeroplano che lento andava macchiando il mare;
una voce spezzava l’urlare estatico dei bambini.

Panni distesi al sole, come una beffa, dentro ai giardini.
Uscir di casa a vent’anni è quasi un obbligo, quasi un dovere,
piacere d’incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere,
la grande folla chiama, canti e colori, grida ed avanza,
sfida il sole implacabile, quasi incredibile passo di danza.
Genova chiusa da sbarre, Genova soffre come in prigione,
Genova marcata a vista attende un soffio di liberazione.
Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia
e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia.
Si rompe il tempo e l’attimo, per un istante, resta sospeso,

appeso al buio e al niente, poi l’assurdo video ritorna acceso;
marionette si muovono, cercando alibi per quelle vite
dissipate e disperse nell’aspro odore della cordite.

Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore,
ma come quella vita giovane spenta, Genova muore.
Per quanti giorni l’odio colpirà ancora a mani piene.
Genova risponde al porto con l’urlo alto delle sirene.
Poi tutto ricomincia come ogni giorno e chi ha la ragione,
dico nobili uomini, danno implacabile giustificazione,
come ci fosse un modo, uno soltanto, per riportare
una vita troncata, tutta una vita da immaginare.
Genova non ha scordato perché è difficile dimenticare,
c’è traffico, mare e accento danzante e vicoli da camminare.
La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l’onda.
Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda.

La "salvia splendens" luccica, copre un’aiuola triangolare,
viaggia il traffico solito scorrendo rapido e irregolare.
Dal bar caffè e grappini, verde un’edicola vende la vita.
Resta, amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita

per non dimenticare


Syd Barrett

Syd Barrett, "folle diamante".
(Pink Floyd’s Syd Barrett Dies at 60 )

Durante il  "Live 8" del 2005 i Pink Floyd si sono "riuniti" una tantum per quella particolare occasione. Quella notte, Roger Waters, ha ricordato l’ex compagno di band Barrett, dedicandogli l’esecuzione di Wish You Were Here:"Anyway, we’re doing this for everyone who’s not here, particularly, of course for Syd." ("Comunque, noi stiamo facendo ciò per tutti coloro che non sono qua, in particolare per Syd.").

Syd? si Syd. Syd (Roger Keith Barrett ) è stato chitarrista e voce dei Pink Floyd, nonché primo leader della band, dal 1965 al 1968. Il primo album "The Piper At The Gates Of Dawn" è suo, sue le parole, le atmosfere, le musiche. In una perfetta miscela di psychedelia ipnotica. Sua l’idea del nome della band, ispiratosi ai suoi due bluesman preferiti Pink Anderson e Floyd Council.
Il continuo uso di allucinogeni, portò il Barrett artista, a inventare suoni del tutto innovativi per allora, proiettando la sua immagine in un vorticoso viaggio psichedelico.

Oggi! in questa afosa calura di metà estate Syd non c’è più. La notizia è rimbalzata in rete in ritardo. Nel silenzio surreale più assordante. Morto a Cambridge a 60 anni per complicanze dovute al diabete. (Le notizie sulla data esatta sono al momento ancora incerte. La notizia è stata comunicata l’11 luglio, secondo una buona parte delle fonti la morte sarebbe avvenuta il 7, secondo altre l’11 luglio. Inoltre secondo alcune fonti la morte sarebbe dovuta ad un tumore.).

Già! nell’odierno mondo globalizzato, è morto nella indifferenza e misconoscenza più totale, fra i fuochi d’artificio e le "notti magiche inseguendo un goal" mondiale della squadra nazionale capitanata da Cannavaro e compagni, Syd non se lo "filava" più nessuno, in quei giorni di baldoria mondiale si spegneva il "pazzo diamante".
Per molti Syd è morto a metà degli anni ’70, nel momento in cui il suo cervello non ha sopportato i "trip" chimici e si è ritirato a casa della madre; per altri, Gilmour, la pazzia sarebbe arrivata comunque, era destinato, e la sua musica è stata solo la lingua con cui dialogava.
Le ultime notizie su Syd si riferiscono ad Aprile, costantemente recluso in casa, seduto dietro a una finestra murata a fissare la porta posteriore con quei suoi profondi occhi neri cerchiati. 

Syd! l’anima "dannata" dei Pink Floyd imprigionato in uno dei tanti specchi della cover CD di "UmmaGumma", nei suoi errabondi viaggi lisergici. Forse l’Album più bello dei Pink, di cui si percepisce il suo estro e le sue intuizioni fantastiche ma non la sua reale presenza (assente nella realtà, presente nel mondo onirico), perchè già da "A Saucerful Of Secrets (1968)" Barrett era ormai diventato l’ombra di sé stesso e l’unica sua canzone nell’album era "Jugband Blues" che presagiva l’imminente addio. Di lì a poco Syd lasciò i Pink Floyd, rimpiazzato da Gilmour. Senza Syd, i Pink Floyd presero, via via, altre strade. Successivamente uscirono due lavori solisti di Barrett, entrambi nel 1970, intitolati "The Madcap Laughs" (folk psychedelico spigoloso dai contorni sfumati ) e "Barrett" (patchwork di brani assolutamente slegati fra loro), con il supporto e l’aiuto di alcuni dei membri della sua vecchia band; ma ormai incidere con Barrett era divenuto difficile perché durante le canzoni egli cambiava ritmo di continuo o cominciava a balbettare, tanto che il materiale sonoro risultava piuttosto scadente e non pubblicabile .

Syd!? quel "pazzo diamante" che a 14 anni convinse la madre a comprargli una chitarra e che cominciò a suonarla in maniera ossessiva passando giornate intere a suonarla. Il soprannome di Barrett lo prese in prestito da un locale jazz che frequentava in gioventù dove c’era un suo omonimo anziano di nome Sid Barrett, quindi i frequentatori del locale cominciarono a chiamarli entrambi Sid trasformando la "i" in "y", nel caso di Roger, per distinguerli.
Syd!? Negli ultimi anni, l’ex leader dei Pink Floyd si faceva chiamare semplicemente Roger. Semplicemente.

Ciao Syd!
Continua a splendere "folle diamante".
"Ricordo quando eri giovane, splendevi come il sole/ Ora c’è uno sguardo nei tuoi occhi, come buchi neri nel cielo/ Hai raggiunto il segreto troppo presto, hai pianto per la luna/ Splendi, folle diamante". (Shine on You Crazy Diamond)
…vorrei fosse ancora qui (Wish you were here).


LeRoi Jones

Ma guarda cosa ho pescato nei meandri inernetiani, una poesia fantastica di Le Roi Jones.
Chi è? ……………
Chhhhhhiiiiiiiiiiiiiiiii èèèèèèèèèèèèèè?
Vi siete persi una fetta di cultura black con la C maiuscola.


NUOVI BLUES DI ROI
Le devastazione dell’inverno
risuonano nella casa triste. Come
i petti giganti
di una stagione. Attimi perduti
vagano attraverso arie più calde. Alberi
volgono nuovamente i rami
alla calda doccia di luce
che passa attraverso le foglie.

L’inverno ci ha chiusi dentro. (Sul
pavimento, a mezzanotte
ci voltammo in un cieco
abbraccio. Il vento batteva
la porta come se
sognasse, e le nostre dita
sapevano ogni viscido poro
del buio, del silenzio… quei
pazzi festoni del circo, con
le tende abbassate
e gli attori
avviati stupidamente verso casa
nel freddo.

2

I suoi occhi bruciavano completamente
l’oscurità. Rumori intermittenti
nella casa tranquilla, e la casa
gemeva. I muri che si alternavano
contro un vento teso
dalle sporgenze.
Il nudo orlo
della ragione
è carne
per la stagione
impazzita. Il freddo sarà
cacciato via, quando quei grigi cavalieri
dai volti pieni di sole
cavalcheranno attraverso la nostra città. O Dio,
li abbiamo aspettati. Abbiamo resistito
per anni con gli occhi pieni
di un vento violento. Un’ora violenta. Per
quei cow-boys dell’amore che lo attraversano al galoppo. E
verranno un giorno, adesso
il circo è chiuso, ad aprire un temerario
rodeo (tra gli alberi nuovi
della stagione, tra i fiori nuovi
di primavera del mio pensiero).

E ciascuna delle nostre signore
si alzerà dai nostri letti ogni notte
e camminerà lentamente attraverso questa nuova città di primavera
attratto da qualunque melodia
portata da quei cavalieri, e dal battito delicato
degli zoccoli dei loro cavalli.

magari un libro da scaricare gratis con altri autori della beat generationa non fa male a nessuno


L'arte

L’arte.
Due opinioni a confronto

Pablo Picasso
"L’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità."

Guitar, 1913,

Keith Haring
"Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare"