L’Italia che viviamo, il Paese reale, non è quello edulcorato fittizio dei programmi tanto cari al governo in carica. E’ un altro! Se col precedente governo non si arrivava a fine mese, oggi le due settimane sono un lusso. Hanno poco da urlare il loro ottimismo per dare la stura generalizzata al consumo. Non ci casca più nessuno, i soldi sono pochi e si compra a rate anche per le piccole spese. La situazione si fa pesante ed incandescente.
Se ci sarà un “alzare la testa” non sarà solo perchè questo o quel partito si farà avanguardia delle masse reiette, accadrà per disperazione. Non credo di avanzare delle affermazioni azzardate, se si leggono i rapporti sull’argomento si vede come la pentola a pressione sta per andare in frantumi. La fase è talmente grave che anche l’Organizzazione internazionale del lavoro parla di una “Italia a rischio esplosione sociale” (La forbice tra poveri e ricchi aumenta nel mondo e uno dei paesi in cui è aumentata di più negli ultimi trent’anni è l’Italia. Dove, con la recessione che si è appena innescata, i rischi che questa forbice spacchi la società in mancanza di una rete di protezione sono più alti che altrove…)
Allora “che fare”?
Spazzare via questo governo reazionario e fascistoide che, dopo aver fatto bottino dei voti delle classi popolari, a suon di decreti sta massacrando lo stato sociale e i diritti costituzionali.
Diversamente l’alternativa è EMIGRARE. Attenti però a non trovare altrove ciò che abbiamo conosciuto agli inizi del novecento e che qui, dimentichi del trascorso, stiamo scaricando sui c.d. extracomunitari. Fuori anche noi saremo emigranti.
Interessante l’articolo apparso su Il Manifesto del 16/10/2008
“15 milioni di poveri e l’Italia somiglia al Sudamerica”di Sara Farolfi
Sono l’altra faccia della crisi. Ma non c’è nessun piano di emergenza, nessuna montagna di soldi pubblici in arrivo per loro. Piuttosto, il precipitare di una crisi economica (reale) che non potrà che peggiorare le cose. Allarma il rapporto Caritas diffuso ieri. Il 13% della popolazione italiana (7,5 milioni di persone) è povera e vive di un reddito mensile di 5-600 euro al mese, la metà della media nazionale. Ma ci sono almeno altrettante persone che campano con poco di più, persone che superano la soglia di povertà di una cifra compresa tra 10 e 50 euro al mese. Quindici milioni in tutto. E l’Italia, dice la Caritas, «assomiglia sempre più a un paese del Sudamerica»
dulcis in fundo un post di Sardegnaamoremio che saluto con rinnovata stima e affetto
le guerre e i massacri le chiamano “missioni di pace”
i lager “centri di accoglienza temporanea”
le schedature dei rom “censimento”
gli atti di razzismo “bullismo”
la repressione “sicurezza”
eccoci alle classi differenziate e all’apartheid per i bambini non nati in italia, chiamate classi ponte.
un ponte per la camera a gas?
Saludos a punzu serradu